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Israele e Cristo

L'unicità di Israele è legata all'unicità di Cristo Gesù. Quanto Paolo dice: “a loro furono affidate le rivelazioni di Dio” (Ro. 3:2), dichiara esplicitamente che nessun non è israelita può scrivere delle cose di Dio.

I primi 11 capitoli della Genesi, segnano una lunga introduzione. Il capitolo 12 segna una svolta decisiva nei rapporti tra gli uomini e Dio. Si ha infatti la netta impressione che i primi 11 capitoli della Genesi non siano altro che una lunga introduzione a questa parte della Bibbia. Infatti, da questo punto in poi, il ritmo del racconto rallenta; il contesto storico viene messo più a fuoco, i contorni sono più chiari, si comincia a fare ipotesi cronologiche, fin dal 1800 prima di Cristo.

"Ora l'Eterno disse ad Abramo: “Vattene dal tuo Paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel Paese che io ti mostrerò; e io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione; benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Ge. 12:1-3).

La chiamata di Abramo da parte di Dio, ha uno scopo ben preciso: egli sarà una benedizione per tutte le famiglie della terra. Tutti i popoli della terra otterranno "benedizione" mediante Abramo. Egli dunque dovette lasciare il suo parentado e andare dove Dio gli mostrerà: solo così sarebbe stato di benedizione per tutti i popoli della terra. La narrazione biblica descrive come ciò fu possibile, attraverso Gesù Cristo.

Dopo aver definito “i termini della questione” col descrivere la condizione umana in Genesi 1-11, la Bibbia prosegue per mostrare come Dio iniziò a rispondere al problema attraverso la chiamata di Abramo e la creazione di Israele come Suo popolo a partire da Genesi 12. L'Alleanza stipulata da Dio con Abramo rende estremamente esplicito il fatto che Dio ha in mente la benedizione estesa a tutte le nazioni. Dopo aver mostrato che gli effetti del peccato sono universali, la narrazione ci mostra ora che l'intenzione redentiva di Dio è altrettanto universale. E allo stesso tempo, ci mostra che il modo in cui Dio scelse di raggiungere il suo obiettivo fu attraverso uno strumento storico molto particolare - la nazione di Israele.

Il Nuovo Patto, a partire dalla genealogia di Matteo, afferma che Gesù completava quel che Dio aveva già iniziato a realizzare attraverso Israele. Gesù, come uomo storico, deve essere compreso avendo come sfondo un popolo storico. La Sua unicità è collegata a quella del suo popolo. La Bibbia non lascia dubbi sul fatto che l'azione di Dio attraverso Israele fu unica e senza uguali.

Israele è esistito a causa del desiderio di Dio di redimere gente da ogni nazione. Ma nella Sua libertà Sovrana, Egli scelse di fare questo attraverso un mezzo storico e particolare. La tensione tra l'obiettivo universale e il mezzo particolare percorre tutta quanta la Bibbia, e non può ridursi ad una sola delle due estremità. Il tutto si riassume in questa considerazione: sebbene Dio ha presente nei Suoi propositi di redenzione ogni nazione, non ha agito in nessun'altra nazione come ha fatto in Israele, per amore delle nazioni. Sta qui l'unicità di Israele, che bisogna vedere sia come esclusiva (nessun'altra nazione fu fatta partecipe come Israele della rivelazione e della redenzione di Dio), che inclusiva (Israele fu creata e collocata tra le nazioni per amore delle nazioni).

Quando poi veniamo a considerare Gesù alla luce di questa duplice verità, il fatto importante è che il Nuovo Patto ce Lo presenta come il Messia, Gesù il Cristo. Ed il Messia promesso a Israele. Il Messia è il completamento della vocazione di Israele nell'autorivelazione di Dio, per la redenzione dell'umanità. Per questo motivo, Gesù fa Sua l'unicità di Israele. In realtà, era Lui il pieno significato e l'obiettivo di Israele. Quel che Dio compiva attraverso quell'unica nazione, ad esclusione delle altre, Egli lo portava a termine attraverso nessun altra persona, che il Messia, Gesù di Nazareth. Il paradosso è che proprio attraverso il restringimento della Sua Opera redentrice entrò la singolare particolarità di quell'unico Uomo Gesù, Dio aprì la strada all'universalizzazione della sua grazia redentrice a tutte le nazioni, che era il Suo proposito sin dall'inizio. La realizzazione della particolarità storica di Israele in Gesù fu allo stesso tempo la realizzazione dell'universalità escatologica di Israele.

In che modo Dio potesse realizzare per Abrahamo tutto quello che gli aveva promesso era rimasto un mistero nel corso di tutto l'Antico Patto. Paolo riconobbe questo fatto con chiarezza e lo espone in Efesini 2-3 e Galati 3 in particolare. Quel che le nazioni gentili non avevano avuto prima, perché in quel tempo veniva limitato ad Israele, è ora disponibile a loro nella persona del Messia Gesù. È significativo notare come Paolo regolarmente inverte l'ordine naturale e come in questi passi antepone Cristo a Gesù, proprio perché è la messianicità di Gesù ad adempiere la speranza di redenzione nell'Antico Patto e ad estenderla fino a includere tutti coloro, che da qualunque nazione provengano, sono 'nel Messia' (Ga. 3:14,26-29; Ef. 2:11-13; 3:4-6). È perciò fuori dubbio la dimensione inclusiva del Vangelo di Paolo, proprio per via delle sue radici nell'Alleanza abramica e nella promessa destinata a 'tutte le nazioni'. Eppure, essa viene fermamente basata su un fondamento esclusivo - solo attraverso il Messia-Gesù, proprio come precedentemente era stato esclusivamente attraverso Israele. L'unicità di Cristo Gesù è perciò strettamente legata all'unicità di Israele.

Non è perciò sorprendente che gli studiosi i quali desiderano relativizzare Gesù o ridefinire la Sua unicità siano messi in difficoltà dall'Antico Patto. Essi lo ignorano totalmente, il che permette loro di parlare di 'Cristo' (traduzione del termine Messia) in termini vaghi e universali e di 'Gesù' come se fosse semplicemente una tra le tante manifestazioni. Con ciò, essi fanno a pezzi l'indivisibile unità storica del 'Messia Gesù'. Oppure, scelgono di storcere il messaggio generale dell'Antico Patto, sottolineando l'aspetto universale a scapito di quello particolare. Eppure, entrambe le dimensioni, l'universale e il particolare coinvolgimento nella storia d'Israele, sono parte della testimonianza dell'Antico Patto sin dall'inizio, entrambe sono incluse nell'Alleanza con Abrahamo.