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Il Vangelo di Gesù Cristo portato a Roma

Secondo gli studiosi il Vangelo di Cristo nell’anno 36 fu portato a Roma da Andronico e Giunia i quali, secondo Romani 16:7 erano apostoli. Dopo alcuni anni iniziarono le continue altercazioni fra i Giudei e diedero occasione all'Imperatore Claudio di esiliarli da Roma. Così il piccolo gruppo della Chiesa rimase senza sorveglianza, e siccome la Parola come guida di condotta non era stata stampata, era inevitabile che quella piccola Chiesa si lasciasse furviare tramite i filosofi pagani.

A causa dei lupi affamati che si misero all'opera, la piccola Chiesa lasciò entrare dei riti e cerimonie pagane sotto il manto di cristiani.

Dopo 13 anni, i fondatori della Chiesa di Roma ritornarono nel l'anno 54 D. C.. La loro sorpresa fu grande nel vedere dei piccoli gruppi, vi erano degli altari dove venivano -bruciati dei profumi e si festeggiavano dei riti pagani. Ai responsabili, da loro stessi eletti, non si poté dir nulla.

Così questi pionieri della fede, edificarono una nuova Chiesa, con alcuni di coloro che erano rimasti fedeli alla sana dottrina cristiana. Dio operò con segni meravigliosi, poiché fu fondata con il bene placido di Dio.

Si ripudiò la prima Chiesa tacciandola di pagana perché non era effettivamente più cristiana nella sua adorazione. Ma questa non volle rinunciare ai suoi titoli. Essa è rimasta fino a oggi la prima Chiesa di Roma, cioè "la chiesa cattolica di Roma".

La prima Chiesa si sviluppò in modo tale che ottenne delle riconoscenze dagli imperatori e dalle persone politiche. In tale potere, convinsero i governatori a perseguitare la seconda Chiesa, la vera Chiesa. Uno dei primi vescovi della Chiesa di Roma fu: Aniceto, egli fu contemporaneo di "Policarpo". Questi, quando seppe che la prima Chiesa di Roma aveva pervertito la verità dell'Evangelo, venne a Roma per implorarli di smettere e ritornare alla sorgente. Policarpo vide che si prostravano davanti a delle statue e immagini chiamati col nome di qualche apostolo o qualche santo.

Li vide accendere delle candele e bruciare incenso sull'altare. Li vide celebrare la santa Cena sotto il nome di Pasqua dove prendevano un'ostia quale pane, onoravano il "dio" sole e versavano vino come libazione agli dei.

Policarpo parlò mandato da Dio, ma questi non vollero smuoversi dai loro propositi, pertanto Iddio li abbandonò. (Efraim s'è congiunto con gli idoli; lascialo! Osea 4:17). Policarpo non ritornò mai più da loro.

A Niceto succedette il pessimo vescovo Vittore. Questi introdusse più cerimonie pagane che il primo, e con l'autorità del potere imperiale voleva costringere gli ingenui cristiani alla adorazione di detti riti. Ma i veri cristiani rifiutarono tali cose e vennero perseguitati tramite l'imperatore Settimo Severo, convinto da Callisto amico di Vittore a uccidere settemila in Tessalonica perché questi reali credenti celebravano la Santa Cena secondo il Comandamento del Signore Gesù, e non secondo la adorazione di Astarte.

Da l’inizio la scalata della persecuzione della Chiesa dell'Iddio vivente.

Stato e Chiesa si unirono e tale è il significato di Pergamo, uniti, sposati.

Varie volte la Chiesa di Dio cercò di far ravvedere la falsa vite, ma questa ogni volta rispondeva con persecuzione.

Con Costantino la persecuzione cessò, perché vinse una grande battaglia mirante al possesso di tutto l'impero, attribuendo ai cristiani la sua vittoria dicendo che avevano pregato affinché vincesse. Tale sua convinzione scaturì da un sogno dove le apparve una croce, simbolo dei cristiani. Con l'editto di Milano nel 312 d. C. diede libertà di religione.

Date le divergenze di insegnamento fra i vari gruppi di religiosi in seno alla stessa Chiesa come ad esempio: il vescovo Ario di Alessandria d'Egitto, insegnava che Gesù non era vero Dio, bensì un essere inferiore creato da Dio. La Chiesa occidentale però rimase solidamente convinta del contrario, perché credeva che Gesù è la pienezza di Dio ed è coeguale al Padre.

L'Imperatore Costantino decreto nel 325 d. C. il Concilio di Nicea, radunando tutti i gruppi religiosi per appianare le divergenze. Da questo Concilio divisero il Dio in tre con pari potenze e glorie per tutti e tre:

Padre, Figlio e Spirito Santo. Cominciarono a costruire grandi chiese di marmo adornandoli di statue e di santi dipartitesi.

L'Impero religioso venne così a comandare con l'aiuto dello Stato, diventando: Santo Impero Romano.

Storicamente è dimostrato che sorsero quattro grandi imperi in ogni suo tempo (vedi Daniele 2:31-45): L’impero di BABILONIA, l’impero MEDIO-PERSIANO, l’impero GRECO, l’impero di ROMA.

La falsa Roma papale cristiana (in modo manifestamente blasfematorio chiamata "Città Eterna"), domina ora nella religione molto più abilmente di quanto dominava la Roma Imperiale pagana tramite la potenza di allora.

Il papa ha il suo proprio regno, cioè uno stato nello Stato Italiano e che riceve ambasciatori.

Agostino di Ippona al Concilio di Nicea editò dei precetti che la Chiesa doveva usare LA FORZA PER RICONDURRE I SUOI FIGLIOLI NEL GREGGE DI ROMA, e che era perfino in armonia con la Parola di Dio di UCCIDERE GLI ERETICI E GLI APOSTATI. Ancora egli sosteneva che era meglio quando gli uomini vengono condotti alla adorazione di Dio mediante l'insegnamento, anziché forzarveli tramite paura, torture e sofferenze, sebbene il primo produca l'uomo migliore, non vuol dire che bisogna trascurare il secondo metodo.

Infatti molti riconobbero il vantaggio che si doveva prima costringere gli uomini tramite paura e sofferenza e dopo influenzarli con la dottrina. Gesù riprese Pietro e gettò a terra con la sua potenza Paolo affinché lo servissero, forse che la Chiesa non potrebbe perciò usare della sua potenza per costringere i suoi figliuoli perduti a ritornare all'ovile di Roma?

La sete di sangue divenne sempre più grande, la falsa vite in Spagna si unì con l'Imperatore Massimiliano, perseguitando i veri cristiani evangelizzati da Priscilla.

Nel 385 d. C. il vescovo Itaco accusandoli di stregoneria li sterminò quasi tutti. Martino di Tours e Ambrogio di Milano si opposero a un tale modo di agire chiedendo di far cessare la persecuzione. Al Sinodo di Treves i partecipanti approvarono la condotta degli assassini.

Molta persecuzione avvenne nell'epoca tenebrosa del Medio Evo, sia dai cosiddetti cristiani sia dalla ferocia dell'espansionismo dell'Impero Islamico. La falsa vite andava avanti mentre i veri figliuoli del regno morivano. Ecco l'epoca del bue.

Ma ecco il miscuglio fra la religione di Nimrod e quella cristiana: il re-sacerdote Attalo, da Babilonia fuggì a Pergamo ed eresse il suo regno all'infuori del dominio dell'Impero romano. Alimentato dal "dio" di questo mondo, per molti anni il suo regno fiorì. Ad Attalo succedette un numero considerevole di re-sacerdoti fino al regno di Attalo III, dove il regno passò a Roma.

Allora Giulio Cesare s'impossesso di tutto il regno sia dal punto di vista terrestre che da quello spirituale, giacché divenne "PONTEFICE MASSIMO" della religione di Babilonia e fu perciò re-sacerdote.

Tale titolo si trasmise ai suoi successivi imperatori fino al tempo di Massimiliano Ill. Questo però rifiutò tale titolo. Secondo la storia di Strevens, fu allora che il papa si abrogò questo primato che gli imperatori avevano rifiutato. Tutt'oggi abbiamo ancora un PONTEFICE MASSIMO, egli porta una triplice corona e risiede a Roma.

Nell'Apocalisse 17, Dio non si riferisce più a Pergamo come quale sede di Satana e tanto meno dice che ne sia il luogo dove risiede Satana.

Il trono di Satana non è più a Pergamo, bensì è il grande "Mistero Babilonia" è una città su sette colline. Il suo capo è anticristo perché ha usurpato il posto di Cristo. Infatti solo Cristo Gesù è il mediatore e solo lui può perdonare i peccati.