Seguici e condividi

Submit to FacebookSubmit to TwitterSubmit to LinkedIn

Gli anni del silenzio

Tra Malachia - ultimo Libro Ispirato da Dio dell’A. P. e le Lettere che l'apostolo Paolo per Rivelazione divina (si veda Ga. 1:11,12,15,16) scrisse alle varie Chiese, la maggior parte da lui fondate, sono trascorsi circa quattrocento “anni di silenzio”, durante i quali Dio non diede nuove rivelazioni. Un generale profilo di questi anni c’è fornito nell’undicesimo capitolo di Daniele, ma gran parte di ciò che incontriamo quando passiamo dal Vecchio al Nuovo Patto costituisce per noi una vera novità. Leggiamo di sètte e partiti sconosciuti ai tempi dell’Antico Patto:

Scribi (gli scribi si dedicavano a copiare le Scritture, non solo copiavano la Bibbia, ma anche la spiegavano al popolo. Essi erano considerati come “dottori della Legge” ed erano riconosciuti come autorità. Le decisioni degli scribi principali divennero leggi orali o “tradizione”).

Farisei (la setta dei Farisei si dedicava a preservare l’integrità della nazione giudea e l’osservanza stretta della Legge di Mosè. Il primitivo spirito di fervismo patriottismo e di devozione religiosa si mutò poi in uno spirito di giustizia propria e di formalismo ipocrita). Sadducei (I Sadducei era la setta dei capi giudei, una cricca di sacerdoti, i quali pur esercitando un ministero religioso, erano terribilmente irreligiosi. Sebbene razionalisti e mondani, controllavano larga parte del Sinedrio –assemblea governativa del popolo giudeo composta da settanta persone, e presieduta dal Sommo Sacerdote-).

Erodiani. Chi sono costoro? Scopriamo che l’ebraico è ormai una lingua morta, mentre l’aramaico e il greco sono le lingue delle relazioni sociali, della cultura e del commercio. Troviamo città palestinesi con nomi greci e la Persia sostituita ormai da lungo tempo da Roma come potenza dominante della Terra Promessa.

Leggiamo delle “dodici tribù disperse” (Giacomo 1:1), fenomeno noto come la “Diaspora”. Scopriamo che presso i Giudei è in uso una versione greca delle Scritture e che l’idolatria, la grande tentazione di Israele nell’Antico Patto, è stata completamente sradicata. Leggiamo di un Idumeo regnante su Gerusalemme e di un consiglio ebraico autorizzato dalle autorità noto come il Sinedrio, che esercita sul paese una sorta di potere politico e religioso. Per di più troviamo che il tempio di Gerusalemme non è lo stesso di quello che abbiamo lasciato nell’Antico Patto e che fra i Giudei si sono ampiamente diffuse come luogo di culto le sinagoghe. Naturalmente tutto ciò ci incuriosisce. Se vogliamo capire a fondo il Nuovo Patto abbiamo bisogno di alcune informazioni al riguardo.

La Storia

Al termine dell’Antico Patto, la Palestina è ancora sotto il dominio persiano. Una parte del popolo ebraico è nella terra promessa, ma i più sono dispersi nell’impero persiano come coloni anziché come prigionieri.

Nel 333 a.C. Alessandro Magno assoggettò la Siria e la Palestina fu assorbita nel crescente impero greco. Alla morte di Alessandro la Palestina divenne una pedina delle lotte di potere tra Siria ed Egitto, e fu di volta in volta governata dalla potenza che aveva avuto il sopravvento sull’altra. Le persecuzioni del re siriano Antioco Epifane provocarono la rivolta dei Maccabei, che nel 167-141 a.C. guidarono gli ebrei in una lotta per l’indipendenza. Essa fu seguita dal governo degli Asmodei, discendenti dei Maccabei, che durò fino al 63 a.C., quando Pompeo il Grande conquisto la Palestina e portò il paese sotto il dominio di Roma. Cristo nacque a Betlemme al tempo di Cesare Augusto. Costui designò re Erode il Grande dopo la battaglia di Azio nel 31 a.C., quando abbatté l’alleanza di Antonio e Cleopatra d’Egitto.

Erode il Grande governava la Giudea, la Samaria, la Galilea, la Persia e l’Idumea e fu il responsabile della strage degli innocenti a Betlemme poco dopo la nascita di Cristo, secondo la narrazione di Matteo. Egli inoltre ricostruì il tempio di Gerusalemme, che non era stato decorato abbastanza per soddisfare i suoi gusti. Per l’intera ricostruzione ci vollero circa ottantacinque anni e non fu ultimata fino al tempo di Agrippa II.

Sètte e partiti

Molto spesso nei Vangeli si legge degli Scribi: costoro erano tenuti in gran conto dai Giudei in quanto interpreti e maestri delle Scritture.

Acquistarono importanza come classe dopo il ritorno dei prigionieri da Babilonia, ed Esdra stesso è descritto come sacerdote e scriba allo stesso tempo. Si opposero duramente a Cristo e furono spesso da Lui denunciati poiché con le loro tradizioni rendevano inefficaci le Scritture.

I Farisei costituivano una influente sètta giudaica sorta al tempo dei Maccabei. In origine era un gruppo che si era separato dall’ambizioso partito politico del paese. Erano zelanti tutori della legge ed altrettanto conservatori nella fede; accettavano il sovrannaturale e l’idea di una vita futura.

I Sadducei, d’altro lato, erano razionalisti, i liberali dell’epoca, che negavano l’esistenza degli spiriti così come la resurrezione e l’immortalità dell’anima. Numericamente costituivano un gruppo molto inferiore a quello dei Farisei e appartenevano, per la maggior parte, alla ricca e influente classe sacerdotale, l’aristocrazia del popolo ebraico. Anch’essi acquistarono importanza all’epoca dei Maccabei. Sia i Farisei sia i Sadducei si opponevano a Cristo e tutti quelli che si comportavano come loro erano da Lui condannati.

Gli Erodiani non costituivano un gruppo religioso, bensì politico, che traeva il nome da Erode e l’autorità dal governo romano. Essi guardavano a Cristo come a un rivoluzionario e su tali basi vi si opponevano.

Gli Zeloti formavano un gruppo estremista di fanatici difensori della teocrazia che spesso sollevavano tumulti contro i Romani. Probabilmente uno dei discepoli di Gesù fu uno Zelota (Matteo 10:4).

Il Sinedrio

Al tempo del Nuovo Patto, il Sinedrio era la suprema assemblea civile e religiosa del popolo ebraico. Esso era presieduto dal Sommo Sacerdote ed era costituito da ventitre membri. L’organismo conosciuto poi come Sinedrio, con tutta probabilità sorse durante il periodo greco della storia palestinese, fu sciolto durante la rivolta maccabea e fu ripristinato dopo la vittoriosa conclusione di quella lotta. Aveva il diritto, concesso dai Romani, di emettere una sentenza di morte, ma non di eseguirla. Cristo e in seguito Pietro, Giovanni e Stefano furono processati dal Sinedrio.

La Sinagoga

Durante la cattività babilonese gli ebrei, senza il tempio come luogo di culto, incominciarono a riunirsi in piccole assemblee per pregare e ricevere l’istruzione religiosa e in questo modo fu tenuta salda fra loro la conoscenza della legge. L’istituzione delle sinagoghe nelle terre della Diaspora contribuì a richiamare l’attenzione dei Gentili sulle grandi verità affidate da Dio a Israele.

La Diaspora

La dispersione degli ebrei dalla loro patria fu in origine una punizione divina per il loro peccato. Al tempo del Nuovo Patto si potevano trovare ebrei dispersi in ogni parte dell’impero romano e spesso erano cittadini ricchi, influenti ed importanti. Vivendo fra i pagani sapevano guadagnare numerosi proseliti al Giudaismo e, nel complesso, mentre mantenevano una netta separazione dall’idolatria, nello stesso tempo erano molto più liberali degli ebrei della patria. La lingua comune del mondo antico era il greco, così che non c’è da meravigliarsi se gli ebrei della Diaspora sentirono la necessità di tradurre in tale lingua le Scritture. Tale traduzione fu fatta ad Alessandria d’Egitto tra il 285 e il 130 a.C. ed è nota come la versione dei Settanta.

Preparando la via al Signore

Durante gli “anni del silenzio” Dio non era restato inattivo. In verità furono quattrocento anni di intensa preparazione del mondo per la venuta di Suo Figlio. Gli ebrei della Diaspora avevano contribuito molto a diffondere le idee fondamentali su cui il Vangelo si sarebbe basato. Diventarono ben noti il sabato ebraico, la sinagoga e le Scritture. Le caratteristiche ebraiche mentre provocavano l’ostilità di alcuni, attraevano altri.

La speranza messianica degli ebrei fu tenuta viva, così che quando gli apostoli incominciarono a diffondere la notizia che Cristo era venuto molti ormai furono pronti a credere. Nel mondo antico i Greci avevano lasciato una impronta duratura. La logica, il sapere e soprattutto la lingua greca crearono quel clima culturale che in seguito facilitò l’opera missionaria di Paolo. I Romani avevano riunito il mondo in un vasto impero e avevano esteso le loro grandi vie di comunicazione in ogni parte. Sul mondo era dunque scesa una “pace romana”, rafforzata da un governo centrale dotato di un particolare genio per l’organizzazione e di potere militare che la rendeva efficace. A tutto ciò si deve aggiungere il fallimento delle religioni pagane, che servivano soltanto a mettere in evidenza i bisogni spirituali dell’umanità.

In tal modo “quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò il Suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché ricevessimo l’adozione di figli” (Galati 4:4,5).